Quando c'è chiarezza nella visione e presenza nell'azione ciò che nasce e viene costruito non può che essere fluido ed in armonia con l'ambiente, le persone e le comunità che partecipano.
E' stato questo il caso della Rocket a massa termica che abbiamo costruito a casa di Sario la settimana scorsa. La visione di Sario era limpida, sicura e senza esitazioni. Voleva un fuoco nella casa di campagna che da poco ha iniziato ad abitare, un fuoco vivo, che desse alla casa un senso di benessere e accoglienza e che al tempo stesso potesse consumare poco, essere efficiente ed essere costruita dalle volenterose e sapienti mani di una comunità fatta di amici, conoscenti e di persone fidate. Perchè oramai lo abbiamo imparato bene che quando mettiamo la nostra energia al servizio di un luogo, di un manufatto o di una persona ci entriamo in relazione più profonda e, oltre a costruire insieme qualcosa di materiale e tangibile, costruiamo e rendiamo viva anche una memoria che con i suoi fili invisibili ci connette, in eterno, a ciò che realizziamo.
La cosa che mi colpito maggiormente in questo cantiere è stata l'armonia acustica. Sarà merito anche del fatto che il padrone di casa è un musicista sensibile e devoto ma sicuramente la componente maggiore è dovuta secondo me alla presenza con cui ognuno dei partecipanti al progetto si è dedicato ad ogni attività. Gli impasti, la messa in opera, la preparazione dei pasti, gli intervalli musicali, le chiacchere e perfino le piccole operazioni con il flessibile è come se facessero parte di una grande sinfonia in cui ognuno partecipava con i propri ritmi, la propria sensibilità e la massima attenzione. Nei cantieri edili è raro trovare questa integrazione tra lavoro, relazioni e ritmo personale e spesso la priorità diventa escusivamente la realizzazione dell'opera a discapito di tutte le altre variabili. Invece questo cantiere è stata la dimostrazione che quando si riescono ad integrare i movimenti individuali in un'armonia collettiva il lavoro procede spedito, senza intoppi e con meravigliosi risultati.
L'altro aspetto che mi ha piacevolmente sorpreso e mi ha donato un'immensa gioia é stato il perfetto funzionamento tecnico della Rocket. Non avevamo fatto un progetto preliminare ma abbiamo progettato la stufa direttamente sul posto, utilizzando la lista di materiali di una stufa simile costruita ad Amavita. Conosco bene i principi di funzionamento di questo tipo di stufe e sapevo che rispettandoli avremmo costruito una stufa funzionale ed efficente ma ciò che mi ha stupito è stata la facilità di accensione ed il perfetto tiraggio anche con la stufa ancora umida. Nei progetti di autocostruzione io normalmente mi occupo di rendere armonica e gratificante la parte relazionale e comunitaria del processo di realizzazione. In questo progetto invece avevo la responsabilità tecnica della stufa e sono stato felicissimo del risultato. Questo grazie alla collaborazione naturale di Virginia, altra creatrice di Permasofia, esperta in progettazione e costruzione con materiali naturali che ha curato con precisione e maestria la preparazione delle malte e la messa in opera e ha dato i consigli giusti nei pochi momenti di indecisione e confusione.
Grazie a Sario, Domenico, Paolo, Piero, Daniele, Milena, Felice, Tessa, Gigi, Gabriella, Manuel, Tiziana, Nara, Vito e Rocco per le vostre domande, la vostra dedizione, l'aver camminato kilometri sul posto sopra la terra e per aver partecipato ad intrecciare sempre più i fili delle nostre comunità.
Ora siamo pronti per andare a vivere "Una Settimana nel Cosmo" a bordo della nostra Rocket!!