Era la primavera del 2020 quando sei giovani avventurieri con il cuore pieno di speranza e coraggio tracciarono la via del Cammino della Corona. Erano giorni intensi, difficili e pieni di contraddizioni tra lo sconcerto per una pandemia tanto propagandata ed un irrefrenabile voglia di unione e di cambiamento che la nascita della Permasofia aveva portato.
Avevamo paura si ma ci sentivamo vicini, uniti, come un unico grande organismo. E non sentivamo l'unione solo tra noi, ma anche i nostri progetti, i nostri territori, erano uniti da legami profondi. E' stato spontaneo e naturale, provare a connettere i luoghi di cui siamo custodi in un altro modo, in un altro tempo, con degli altri strumenti. Già negli anni, infatti abbiamo sperimentato di spostarci in bicicletta e di usare il cavallo per andare e venire dai nostri luoghi. Ma con il cammino della corona abbiamo creato una connessione ancora più profonda, più lenta, più dettagliata. A piedi.
Mappa grossolana del percorso
Siamo partiti da Amavita, Centro d'iniziazione e Scuola di Permasofia a Francavilla al Mare. Abbiamo risalito una parte del fiume Foro tra guadi, frutteti ed una vegetazione insolita e rigogliosa. Nelle diverse stagioni abbiamo consumato frutta direttamente dagli alberi e ci siamo fatti il bagno in delle piccole cascate artificiali. Il percorso è di circa 20 km, tutto in piano a parte gli ultimi 3 km per arrivare a Bucchianico e le sue colline. Qui tra ulivi e piante officinali c'è Mare & Maja, una casa di terra la cui costruzione coinvolge e ha coivolto una comunità variopinta fatta di amici, volontari, aiutanti uniti da tanta dedizione, voglia di imparare e di condividere tempo e passioni. L'atmosfera è rassicurante ed è simbolico che la prima tappa del cammino che unisce mare e majella sia proprio a Mare & Maja. Passeremo qui la notte, accolti da Cristina e Silvio, con la loro genuina ospitalità e la loro grande passione per erbe e mestieri.
Il mattino seguente si riparte! La seconda tappa prevede l'arrivo a Serramonacesca. 18 km circa di sali e scendi. Qui, sebbene la prima volta ci sia stato un percorso unico, nelle successive camminate il percorso è diventato più creativo e si sono creati diversi cammini (un paio su strade asfaltate, un paio per le campagne) ognuno con caratteristiche diverse, dal più avventuroso, al più ripido. A me piace pensare che la seconda tappa sia la tappa avventurosa del cammino in cui possiamo sperimentarci, perderci e ritrovarci avendo un punto d'arrivo comune. Quando si cammina in gruppo è meraviglioso incontrarsi a fine tappa raccontandosi storie ed aneddoti delle diverse direzioni intraprese. A Serramonacesca ci si può dedicare alla cura di sè, regalandosi un giorno pieno di riposo immerso nella natura delle meravigliose sorgenti del fiume Alento, nella cura dell'Abbazia di San Liberatore, nella storia di un antico castello o nella mistica dell'eremo di Sant'Onofrio.
Sorgenti dell'Alento
Con la terza ed ultima tappa ci addentriamo nel territorio del Parco della Majella. L'eremo di Sant'Onofrio, i tolos, la grotta dell'Angelo, l'eremo di San Bartolomeo sono perle in un percorso dalle viste panoramiche e dalla varietà di paesaggi. Si vede anche il mare! Ma è anche un percorso lungo, stancante, molto stancante. e quando la fatica sembra avere la meglio sono gli incontri e i luoghi che si attraversano che donano la magia e la forza di giungere al proprio destino. Ognuno il suo, ma nel Cammino della Corona è La Valle Giumentina. Luogo incantato e fuori dal tempo dove Pablo, instancabile ed abile maestro tuttofare, ha restaurato una deliziosa casa di pietra ai margini di un bosco. Siamo arrivati. Dopo circa 60 km. Che meraviglia!
Eremo di San Bartolomeo
Villaggio Tolos, Valle Giumentina
Lascia un senso di profonda soddisfazione arrivare alla meta;
Raggiungere un obbiettivo che ci siamo prefissati;
Realizzare un progetto che abbiamo sognato;
Vivere un cammino che abbiamo intrapreso;
Sognare una vita, sostenuta da tutto l'universo.
Queste sono le poetiche parole di Anna, illustratrice del libro di Permasofia, dopo aver camminato con incredulità e magia il suo primo cammino.
Se il paradiso esistesse avrebbe scatole di viti e chiodini sparsi e anche un po' piegati, che se non sono torx va bene lo stesso;
se il paradiso esistesse avrebbe la pace della neve, la bellezza del silenzio e la dolcezza degli abbracci di terra bagnata.
Lo scroscìo della pioggia che taglia e illumina i verdi: verde prato, verde vescica, muffa, verde bottiglia, mela, acqua, pisello, ma anche pino, liana, quercia, sole, verde sorriso, corsa, verde speranza ma anche verde amore, gratitudine, canzone;
verde come un grande seme, verde progetto, verde orizzonte, verdemondo, sempreverde, verde mare, felce, cirmolo, tiglio, bagolaro, ciligio e roverella.
Pino.
Verde rovo generoso dai frutti profumati, verde di succulenti fichi anche un po' viola.
Se il paradiso esistesse avrebbe la magia delle casette di legno, dei balconi di pioggia, di equiseto, cardo, acacia e stregonia; avrebbe il rumore delle noci che cadono col vento, sarebbe frizzante come l'aria Giumentina.
Dolce come uno sguardo, clemente come una discesa dopo la salita. Sarebbe accogliente come un abbraccio, una grotta, argilla, zolla, prezioso come l'autunno;
"terra melmosa medicamentosa".
Una carezza.
Sarebbero tutte le migliaia di cellule danzanti del corpo che fanno festa: una celebrazione di aria, di polmoni che si espandono e volano col loro manto di felce.
Sarebbero tutti i muscoli in connessione con la loro essenza vitale ed esistenza, che sublimano il dolore col ritmo lento del passo sulla terra.
Passo- ritmo- respiro- voce.
Uno scoiattolo, una grotta, un seme, una conchiglia, un frattale, una memoria.
Anime che riaffiorano e bussano delicate dall'interno?
-Toc Toc! C'è nessuno?
Perché mi hai rinchiuso nella tua gabbia toracica?
Pensavi ch' io potessi spaventarti col mio amore?
Ostacolarti con le mie paure?
Limitarti con le mie convinzioni?
Inibirti con il mio giudizio?
Passo dopo passo, schiudi questo guscio.
È lento il colpo, sordo e sottile.
Inizia dove i talloni incontrano la roccia. Respira coi talloni!
Ma sai cosa significa? Che tutta la terra e tutto l'universo ti sostengono in questo cammino. E tu puoi invocare il loro aiuto, celebrare la tua esistenza con loro.
Ho preso due frutti di passiflora per rifarmi le ovaie. Sono grandi, arancioni e profumati. Sono ricchi e racchiudono l'essenza della vita.
Ho sempre pensato fosse caviale o frutti di mare.
Il mare l' ho portato in unione nelle acque del fiume. Come sacerdotessa, saggia e guaritrice. Ogni atto è amore puro.
Grazie Anna, Nana
con Amore,
Marco
p.s. Dalla data della sua creazione il Cammino della Corona è stato percorso una decina di volte da diversi gruppi. il prossimo gruppetto partirà nel mese di maggio 2023. Se desideri conoscere meglio, percorrere o aiutarci a sviluppare il progetto ed il percorso del Cammino della Corona contattaci. ne siamo più che felici!