Uno degli aspetti che adoro nella mia vita da progettista é la possibilità di creare man mano che la relazione con le persone ed i luoghi diviene più profonda, esperienze che hanno una sempre maggiore complessità e ricchezza. La progettazione e la realizzazione della Biopiscina ad Amavita è un esempio di questo tipo di approccio.
Il gruppo di lavoro che si è unito per questo progetto nasce dall'interazione di diverse realtà:
- Rigenera (www.rigenerafitodepurazione.it): un'azienda che progetta e realizza biopiscine e fitodepurazioni.
- Lalalab: un'associazione di architetti e artigiani che ha nella progettazione partecipata, nell'inclusione e nella bioedilizia i suoi punti di forza.
- Amavita (www.amavita.org) : una comunità familiare incentrata sulla cura delle relazioni, sulla diffusione di pratiche ecologiche e sulla crescita spirituale e di comunità'.
Uniti dalla comune ricerca di come poter integrare la progettazione e la realizzazione di opere architettoniche in una vita che non è fatta solo di lavoro ma in cui le relazioni personali e la crescita individuale e di comunità rappresentino un valore vitale ed inprescindibile, dopo aver collaborato nel 2020 ad un progetto di riqualificazione di un laboratorio di arti e falegnameria sempre ad Amavita, a dicembre 2020 siamo partiti con la progettazione partecipata della Biopiscina.
La guida della progettazione tecnica della Biopiscina è stata portata avanti da Nicolò di Rigenera che ha coinvolto tutto il gruppo in un interessante gioco: "Disegna la tua Biopiscina". Lui ci ha fornito le regole del gioco e chi voleva poteva inserire gli elementi nella propria progettazione. Oltre alla definizione del budget dalla parte del committente c'erano solo due richieste: che ci potesse essere una lunghezza adatta per nuotare e che si potesse nuotare con i pesci (subito scartata per l'impossibilità di mantenere pulita l'acqua in dimensioni così ridotte).
Le Regole del gioco:
- più la forma e il profilo di scavo sono semplici, meglio è per il telo: oltre che ottimizzarlo evito che faccia pieghe sul fondo e sui gradini (ma questo non deve tarpare troppo le ali della fantasia). Contate che sopra il telo è possibile costruire;
- il disegno deve includere una zona profonda più di 1,5m (tipo 1,8/2m) perché l'acqua si mantenga fresca;
- ci dev'essere una zona con piante e ghiaia profonda circa 1,4 m che sarà il filtro principale: può avere la forma che si vuole e l'area dovrà coprire circa il 30% della superficie balneabile. Sarà delimitata da un muro di contenimento affiorante sul pelo dell'acqua. L'acqua passerà dalla zona balneabile a questo filtro tramite due cascatelle laminari di 30 cm. Queste servono a creare una zona di richiamo dell'acqua superficiale dalla vasca al filtro e quindi mantenere pulita la superficie (skimmer). Quindi il livello dell'acqua nel filtro è almeno 10/15 cm più basso che nella zona balneabile.Come funziona in due parole: il filtro è un letto di ghiaia piantumato, con tubi drenanti sul tutto il fondo. Questi tubi convogliano a un pozzetto interno al filtro in cui è inserita una pompa di ricircolo. Quindi l'acqua passa verticalmente nella ghiaia del filtro per arrivare poi alla pompa che la rilancia dalla parte opposta della vasca, in modo che il flusso interessi tutta la piscina e non ci siano parti morte;
- ci dovrà essere una zona con piante sommerse profonde (1,5/2 m) che servono a mantenere l'acqua ossigenata (tipo ninfee o altre). Questa zona può essere ovunque all'interno della vasca ed è connotata da un muretto sommerso alto a piacere (minimo 60 cm massimo 20 cm sotto il pelo dell'acqua) che contiene le piante, stile aiuola sommersa: il muretto basso fa risparmiare materiale, il muretto alto è meglio perché ci si può sedere ed evita che cadano troppe parti morte di pianta in vasca. Quest'area dovrà coprire almeno il 10% della superficie balneabile.
- meglio se su almeno una parte di bordo ci sia un gradino largo minimo 40cm e profondo 30cm per metterci delle piante di sponda, cioè piante che vivono in terreni saturi ma con foglie aeree e non sommerse (tipo iris per capirci), non è fondamentale ma aiuta;
Partendo da disegni fantasiosi di dragoni e infiniti, con l'idea di poter nuotare liberamente senza sosta, alla fine sono emersi due distinti progetti.
Uno curvo, dolce e femminile ed uno spigoloso, regale e maschile.
Dopo attenta e sensibile valutazione la famiglia scelse il progetto curvo, dolce e femminile anche perchè era il progetto con la lunghezza nuotabile maggiore. L'unico problema irrisolto era dove mettere tutta la terra che avremmo scavato. Un problema che portava veramente in sè la soluzione, tant'è che dopo aver ipotizzato di portarla in qua e in là, alla fine è rimasta tutta li a portare il livello del giardino un poco più in sù.
Insieme al progetto tecnico della biopiscina, nel periodo di progettazione abbiamo sviluppato anche un altro filone. Come ci sarebbe piaciuto realizzarla, questa opera.
Il primo passo è stato quello di individuare un periodo in cui tutti o quasi potessimo essere presenti ad Amavita mettendo a disposizione tempo, competenze e lavoro per realizzare la biopiscina. L'esperienza sarebbe durata 1 mese, appositamente studiata per potersela prendere con calma ed avere tempo libero da dedicare ad altro. Previsione, come vi racconterò nel prossimo articolo, che si rivelò invece molto tirata e stretta per le modifiche che abbiamo apportato al progetto strada facendo e per qualche piccolo inconveniente incontrato sulla via.
Ma perchè era importante per noi avere del tempo libero in più?
Per poterci dedicare alla cura condivisa dei bisogni quotidiani.
Al bisogno di riposo e svago.
Al bisogno di gioco.
Al bisogno di imparare qualcosa di nuovo non solo nei lavori di cantiere ma anche in cucina, con il proprio corpo, con le proprie emozioni, con la propria anima.
Al bisogno di cura reciproca.
Al bisogno di ascoltare e di essere ascoltato.
Al bisogno di essere visto e riconosciuto.
Avevamo pensato a tutta una serie di attività che avremmo fatto o che ci avrebbe fatto piacere fare.
E le abbiamo messe insieme in questo progetto.
Il come è andata lo racconto nel prossimo articolo in cui parlerò dell'esperienza di realizzazione della biopiscina e dell'evoluzione che ciò ha portata ad Amavita e nelle nostre comunità!